lunedì 20 febbraio 2012

Recensione *NEW* "Shame"







 "Io ho viste cose, cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare...."

Ecco, il film di Steve McQueen (non c'entra niente con l'attore morto), può essere riassunto così, con la famosa frase di Rutger Hauer in Blade Runner...


Il protagonista, Brandon, è un erotomane (ma molto molto erotomane) che passa la totalità della sua giornata a vedere porno, a chattare con ninfomani-prostitute su internet, a masturbarsi compulsivamente (anche sul luogo di lavoro), ad accoppiarsi con donne (e anche uomini) incontrate per strada o per caso in un locale...
Alcuni di voi potrebbe pensare... "beh, mica male"... oppure "quello sono io... eccetto per la parte degli accoppiamenti" ... oppure "si..ma con gli uomini, no"...
E io vi aggiungo, okay, va bene, ma il grosso di problema di quest'uomo (e che spero voi non abbiate) è che riesce ad avere rapporti sessusali completi solo con persone verso le quali non prova sentimenti.
Nessuna emozione deve essere in gioco.
Niente di niente.
Il rapporto è per lui solo un impuslo irrefrenabile e incontenibile da soddisfare. Non c'è piacere. E' solo il ritorno dell'organismo ad uno stato di temporanea quiete.
Ad un certo punto, nella già precaria vita di quest'uomo, irrompe la sorella, la fastidiosissima Sissy, che, se da un lato gli procurerà qualche grattacapo, dall'altro forse farà un po' breccia nella sua totale freddezza e anaffettività.

Il film è pressapoco questo.
E' un film da vedere?
Se siete degli aspiranti registi e volete apprendere come fare in maniera perfetta la fotografia di un film, allora si, andateci.
Se, invece, come al sottoscritto ve ne importa poco quanto nulla, allora no, non fatelo.
Non ne vale la pena.
E' un film che non raggiunge quello che si era prefissato.
Non tocca la storia di quest'uomo.
La sensazione è come se si fosse scelto il tema della dipendenza dal sesso più per creare un film da etichettare come "forte",  che invece per avere realmente una storia da raccontare.
Il film è una serie di immagini cinematograficamente bellissime, ma che non danno vita alla storia che si sta raccontando. Non sono parte di essa. Sono fini a se stesse.

Brandon mentre punta una ragazza nel metrò



In compenso, il protagonista, Michael Fassbender, è veramente bravo, quasi inquietante per la sua capacità di impersonificare il disturbo dell'uomo.








Morale, lasciate perdere questo film, e uscite a fare una passeggiata.



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